L’amore per la Natura ha un che di spirituale, e affonda le sue radici nelle religioni più antiche dell’umanità.

Gli dèi non erano entità lontane e distaccate dalle sorti dell’Uomo, ma lo circondavano incarnandosi negli elementi del paesaggio più significativi per la sopravvivenza: l’acqua, il cielo, i fiumi, gli alberi…

Queste divinità immanenti sono state progressivamente sostituite dalle religioni monoteiste, che hanno bollato di paganesimo i retaggi culturali di questo passato immanente: tuttavia, questa spiritualità è arrivata fino a noi in varie forme.

Una di queste forme si è espressa attraverso la sensibilità artistica di Giuliano Mauri, riduttivamente definito come esponente della “land art” (in italiano, arte ambientale): su di lui è stato detto già molto in sedi più competenti dal punto di vista artistico (per esempio qua e qua), per cui non ci dilungheremo a parlare di un campo che non ci compete.

Ciò che possiamo fare, da amanti della Natura come lo era lui, è contemplare la bellezza dell’opera: vi invitiamo quindi alla scoperta della sua Cattedrale Vegetale.

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